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Storia di un'Adozione
Stava appoggiata al
bordo della porta del piccolo orfanotrofio quasi a dire: "Cosa
aspettate, è già l'alba, sono pronta...".
Era SOFANIT, una bimba di
quasi 6 anni con la testa rasata quasi a zero,
impaziente e nello stesso tempo cosciente di cosa gli stava per succedere.
-
Chi aspettava?
La sera prima eravamo atterrati ad ADIS ABEBA, finch'è abbiamo preso i
bagagli e ci sono venuti a prendere in aeroporto si era fatto già tardi,
era già passato da un'ora la mezza notte. Stanchi del viaggio (9 ore di
volo) il gentile volontario che ci ha fatto da taxista (in mezzo ad un
paesaggio dove già si vedeva nonostante il buio la terribile povertà e
miseria di quel paese), ci mostrò la camera a nostra disposizione e i
servizi igienici per gli "ospiti" situato all'interno di un
villaggio racchiuso con delle mura e filo spinato.
Un sonno profondo e meritato ci era
dovuto in quella piccola stanza da letto, ma non durò per molto: erano le
5,30 del mattino che... un lamentarsi continuo entrava dalla piccola
finestra della camera, sembrava qualcuno con un forte mal di pancia, con
voce costante e forte, quasi un ullulato di un lupo, una voce metallica,
interminabile.....
Veniva dalle trombe acustiche situate in cima ad una moschea (questo lo
scoprimmo solamente più tardi quando la luce del giorno cominciò a far
vedere il posto dove eravamo). Sì, era l'ora della preghiera, amplificata
per far sentire anche a quelli che non erano tanto vicini come lo eravamo
noi.
Per noi, che venivamo dall'Europa e non abituati a ciò, erano trenta o più
minuti di una cosa straziante, quasi "il mal di pancia" lo
soffrivavammo assieme in quei interminabili minuti.....
Verso le 8 ci invitarono a prendere la colazione nella stanza da pranzo, lì
trovammo altre 3 coppie che come noi sono venute a prelevare il proprio
figlio adottato. Erano lì da alcuni giorni ed avevano con sè i propri
figli adottati, un bimbo di 9 mesi, una bimba di 5 anni ed un pargoletto
di 2 anni. Con che gioia li rivolgevano tutte le più possibili
attenzioni, e con entusiasmo ci raccontarono la loro esperienza,
avvincente e piacevole al punto che ci eravamo dimenticati il motivo per
cui eravamo lì, incontrare la nostra nuova figlia e portarla a casa.
Ad un certo punto un dei guardiani del cancello del "Centro" ci
disse, <VI STA' ASPETTANDO!>
Ci indicò la stradina da percorrere per avvicinarsi ad un piccolo
edificio racchiuso alle mura del "Centro" con la scritta in alto
della porta: -ORFANOTROFIO Madonna della vita-. Sotto la porta era lei,
che stava appoggiata al bordo della porta del piccolo orfanotrofio quasi a
dire: "Cosa aspettate, è già l'alba, sono pronta...".
Era SOFANIT, nostra figlia di 6 anni, che ci aspettava.
Una breve corsa era il minimo che potessimo fare per accelerare i tempi
per avvicinarsi prima possibile alla nostra futura figlia. Una giovane
inserviente aveva detto a lei nella sua lingua: < Eccoli, sono
loro, i tuoi genitori >
Con un forte abbraccio e un lungo bacio SOFANIT rimase attaccata a noi due
con un' espressione come per dire: "Finalmente, anch'io ho dei
genitori, finalmente, andrò via da qui....ora è il mio turno!!!"
Non ci furono parole, non servivano; le lacrime dai occhi di noi tre erano
più che sufficienti ad esprimere quello che avremmo voluto dire in quel
momento.
Sofanit bench'è non sapesse parlare l'italiano diceva tutto con la sua
espressione, era chiara, si capiva la sofferenza che aveva passato negli
anni di attesa, trasportata da un posto all'altro aspettando la
propria sorte. Nonostante la sua giovane età interiormente era
invecchiata, avendo passato esperienze che non sono da augurare a nessun
essere umano di questa terra, tanto meno ad un bambino.
Era finita per lei, ritrovava finalmente una nuova famiglia, la sua vera
famiglia l'aveva persa da molto tempo. Forse vaghi ricordi rimanevano
ancora nella sua mente, ma ora era FINITA!
Gabriele e Daniela
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CORRIERE
DELLA SERA
4 Settembre 2002
pagina
17
Lo
scorso anno su 7.000 famiglie dichiarate idonee solo 1.470 sono
riuscite ad avere un bambino. Ucraina al primo posto nella
classifica delle nazioni preferite
Troppo care le adozioni
all’estero, il governo taglia le tariffe
Verrà fissato un tetto per
ogni Paese. «Inaccettabili le parcelle imposte da enti o
avvocati, le coppie costrette a rinunciare o a indebitarsi»
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ROMA - Ancora
troppo costoso adottare un bimbo straniero. Una giungla di prezzi che
oscillano tra 5-8 mila euro mila euro, limite ragionevole, con punte
esose fino a 25 mila euro. L’unico arbitro non può essere il
mercato, così è scattata un’iniziativa calmieratrice. Proprio ieri
gli enti autorizzati dal governo a gestire le pratiche per conto delle
famiglie hanno ricevuto l’indicazione di tagliare le tariffe. Una
tabella propone il tetto massimo di spesa. Le cifre variano a seconda
dei Paesi di provenienza dei piccoli. Qualche esempio. Non più di
6.300 euro per un ucraino, 4.700 per un albanese, circa 9.000 per un
ungherese o un polacco, 4.200 per un haitiano, 5.600 altrettanti per
un marocchino. Per abbracciare un orfano della Moldavia, la terra più
povera d’Europa, bisognerà sborsare 7.600 euro. E così via.
Malgrado il taglio, molti prezzi ribassati appaiono eccessivi. Specie
nell’Est europeo dove operano avvocati non proprio seri che
richiedono onorari esagerati.
Melita Cavallo, presidente della Commissione adozioni internazionali,
non ammette scuse: «Abbiamo svolto un’indagine molto accurata
presso le nostre ambasciate all’estero e le sedi diplomatiche
straniere in Italia per conoscere le parcelle per traduzioni,
avvocati, interpreti, accompagnatori. Intervistate coppie che avevano
ricevuto l’autorizzazione a realizzare l’adozione per conto
proprio. Ne risulta che gli enti chiedono cifre inaccettabili specie
per le spese generali, come affitto, segreteria, utenze, personale. Si
va da un minimo di 155 euro a un massimo di 3.600. Credo che ci siano
diversi spazi per ridurre».
La relazione che introduce le tabelle descrive una situazione di
sofferenza per gli aspiranti genitori. I prezzi sono «spesso
eccessivi» e l’effetto è quello di «discriminare le coppie meno
abbienti che invece dal punto di vista affettivo sono molto valide e
accettano più facilmente i bambini grandicelli o con problemi di
salute». Nel 2001 sono state dichiarate idonee dai tribunali per i
minorenni ben 7.041 coppie ma solo in 1.470 sono riuscite a coronare
il loro sogno «ed è legittimo ritenere che il motivo economico sia
stato uno degli ostacoli. É giunta notizia di genitori che hanno
contratto mutui, venduto oggetti preziosi, chiesto prestiti a parenti,
ottenuto dalle banche mutui agevolati».
E pensare che uno dei motivi per cui, dal novembre del 2000, fu
stabilito che le adozioni fossero realizzate solo attraverso gli enti
iscritte ad un albo (la fine del fai da te) è stato quello di evitare
il caro-adozioni. Secondo la relazione «le modalità operative
seguite dagli enti non sono sempre rispettose del principio dell’economicità
e sobrietà che si addicono ad organizzazioni non lucrative. Possono
essere individuate aree di risparmio». Indice puntato sulle parcelle
dei referenti all’estero (avvocati, intermediari) che sempre più
spesso pretendono 4000 euro per le loro prestazioni anche se i livelli
di reddito dei Paesi sono bassi. La Cavallo raccomanda agli enti di
non cedere al ricatto, di «mantenere una deontologia professionale»
e di non tollerare il «malcostume».
Da novembre 2000 allo scorso marzo sono entrati in Italia 2.595
stranieri. Nella classifica dei Paesi di origine, al primo posto
svetta l’Ucraina con 636 bimbi presi dagli istituti, il 24% del
totale, Seguono Colombia, Bulgaria, Russia, Romania e India, quindi
Brasile, Bielorussia. La parte del leone è interpretata dall’Est
europeo. A giugno sono state però bloccate le pratiche con
l’Ucraina. Mancavano garanzie di trasparenza circa il meccanismo di
assegnazione degli inconsapevoli ospiti degli orfanotrofi. Odioso
mercanteggiare. Il decreto di sospensione dipinge una triste realtà:
«le coppie sono chiamate a scegliere il bambino su cataloghi con foto
sfocate e di vecchia data».
mdebac@corriere.it
Margherita
De Bac |
LA
SCHEDA - I COSTI
I PIU’ CARI Ungheria e Polonia
Adottare un bambino in questi due Paesi costa ora, la
commissione internazionale, 9 mila euro. Ed è questa la «tariffa»
più alta
I PIU’ POVERI
In Moldavia
Per abbracciare un orfano della Moldavia, il Paese più povero
d’Europa, occorre versare 7.600 euro
I PIU’ NUMEROSI
Dall’Ucraina
Dei 2595 bambini arrivati in Italia nel 2000, 636 erano
ucraini, il 24 per cento. Per adottarne uno occorrono ora
6.300 euro
LE PIU’ DIFFICILI
Dalla Romania
L’adozione di un bimbo romeno costa 7400 euro, ma
dall’indagine risulta che in questo Paese le pratiche sono
spesso bloccate dallo Stato per problemi legati proprio alle
tariffe
I PIU’ ONEROSI
In Bulgaria
E’ il Paese dove avvocati ed enti hanno costi fra i più
alti. Per la commissione adottare un bimbo in Bulgaria
dovrebbe costare 8100 euro.
COSA
DICE LA LEGGE
LA LEGGE Trasparenza
Secondo una legge del ’98, operativa dal novembre di due
anni fa, le pratiche di adozione internazionale devono
essere gestite da enti senza fini di lucro che abbiano avuto
l’autorizzazione del governo. L’obiettivo è evitare
speculazioni e abbassare i costi per le famiglie
I COSTI
Fino a 25 mila euro
I costi sono rimasti in certi casi eccessivi. Alle coppie
vengono chiesti da 5 mila a 25 mila euro. Molte famiglie
hanno dovuto rinunciare all’adozione di un bambino, oppure
richiedono mutui e vendono gli oggetti preziosi
TARIFFARIO
Nuove regole
La Commissione adozioni internazionali è intervenuta
proponendo agli enti un tariffario da rispettare che a
sensibilmente abbassato quelle fin qui applicate. Le cifre
variano a seconda del Paese di provenienza del bambino.
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